Cass. Pen., Sez. I, sent. 9 settembre 2021, n. 41796: revoca della detenzione domiciliare e successivi comportamenti penalmente rilevanti

La questione posta all’attenzione della Suprema Corte di Cassazione trae origine dalla decisione del Tribunale di sorveglianza di Firenze di revocare la misura della detenzione domiciliare nei confronti di un detenuto per condanne in materia di stupefacenti; decisione adottata a seguito della comunicazione pervenuta dai Carabinieri della stazione Isola del Giglio con la quale si riferiva che il prevenuto era stato querelato per una violenta aggressione commessa.

Nello specifico, il Tribunale di sorveglianza ha valutato i referti medici di Pronto soccorso relativi alle lesioni riportate dalla persona offesa ed ha ritenuto inattendibile la versione dei fatti fornita dal condannato. Ulteriormente, ha reputato irrilevante, ai fini della decisione sulla misura alternativa, la remissione della querela della parte lesa.

Avverso tale ordinanza ha proposto ricorso il difensore del condannato, deducendo difetto di motivazione, dato l’errore commesso dal giudicante sia nel ritenere che una denuncia determini l’incompatibilità con la prosecuzione della misura alternativa, sia nell’omettere ogni spiegazione circa le ragioni per cui le violazioni della legge e delle prescrizioni abbiano rappresentato un dato impeditivo.

Inoltre, la difesa sostiene che il fatto descritto in querela fosse diverso e di minore gravità e, quindi, non tale da incidere negativamente sul comportamento del condannato. Invero, si sarebbe trattato di un episodio di lesioni colpose, non procedibile per intervenuta remissione di querela.

Sul punto, la Suprema Corte ha ritenuto adeguatamente motivata la decisione del Tribunale di sorveglianza, il quale ha provveduto ad una considerazione complessiva del fatto, non limitandosi alla notizia di reato, ma valutando altresì la trascrizione del file audio relativo all’aggressione, dalla quale emergevano le espressioni pronunciate dal condannato nonché le parole di una terza persona che lo invitava a desistere.

Per tali ragioni, la Corte di Cassazione ritiene che il Tribunale si sia uniformato al principio di diritto espresso dalla giurisprudenza di legittimità in una vicenda analoga, ove si affermava che “in tema di detenzione domiciliare, ai fini della valutazione della compatibilità o meno dei comportamenti posti in essere con la prosecuzione della misura, quando tali comportamenti possano dar luogo all’instaurazione di procedimenti penali, non è necessario che il giudice tenga conto dell’esito di questi ultimi, non essendo configurabile alcuna pregiudizialità, neppure logica, fra l’esito anzidetto e la valutazione in questione” (Cass. Pen., sez. I, sent. n. 25640/2013).

Inoltre, il Collegio ritiene che il Tribunale abbia correttamente considerato anche gli ulteriori elementi emergenti dal percorso di risocializzazione dell’interessato, spettando al decidente di valutare discrezionalmente l’incidenza della accertata violazione sulla possibilità di una proficua prosecuzione della misura, senza la necessità di richiamare lo stato di progressione nel trattamento qualora ritenga che la violazione sia di tale pregnanza da non poter essere ridimensionata nella sua portata prognostica.

In definitiva, dalla decisione della Suprema Corte ne discende che “in tema di detenzione domiciliare, ai fini della valutazione della compatibilità o meno dei comportamenti posti in essere con la prosecuzione della misura, quando tali comportamenti possano dar luogo all’instaurazione di procedimenti penali, non è necessario che il giudice tenga conto dell’esito di questi ultimi, non essendo configurabile alcuna pregiudizialità, neppure logica, fra l’esito anzidetto e la valutazione in questione”.

Qui il testo della sentenza.

 

A cura di Arianna Stefani

Contributi simili

A cura di Costanza Orsi (Università di Pisa)
“Aspettando Godot” ovvero la tormentata vicenda della procedura di quantificazione della pena a carico di Donald Trump

SOMMARIO: 1. Il sentencing statunitense nell’attualità del caso Trump. – 2. A chi spetta la determinazione della pena? Storia di…

Leggi tutto...

11 Ottobre 2024

Art. 47-quinques O.P.: la Corte dichiara illegittima l’impossibilità di applicazione provvisoria della misura da parte del Magistrato di sorveglianza ove vi sia un grave pregiudizio per il minore derivante dalla protrazione dello stato di detenzione del genitore

La Corte Costituzionale, con sentenza n. 30 del 2022, ha dichiarato “ l’illegittimità costituzionale dell’art. 47-quinquies, commi 1, 3 e 7, della legge 26 luglio 1975, n. 354, nella parte in cui non prevede che, ove vi sia un grave pregiudizio per il minore derivante dalla protrazione dello stato di detenzione del genitore, l’istanza di detenzione domiciliare può essere proposta al magistrato di sorveglianza, che può disporre l’applicazione provvisoria della misura, nel qual caso si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui all’art. 47, comma 4, della medesima legge.”…

Leggi tutto...

3 Febbraio 2022

Il Tribunale di Sorveglianza di Firenze sulla concessione di benefici penitenziari in costanza di divieto ex art. 58-quater, co. 1, O.P. per la commissione di un delitto di evasione

Ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Firenze, emessa a seguito di istanza presentata dall’interessato a mezzo difensore avente a oggetto…

Leggi tutto...

21 Aprile 2022

La condotta collaborativa e il sicuro ravvedimento ai fini della liberazione condizionale: i giudici di legittimità ne escludono (nuovamente) l’equivalenza (Cass., Sez. I, n. 24996/2022). Un’occasione (anche) per brevi riflessioni attorno alle prospettive di riforma.

Con la sentenza in oggetto, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi sul “nebuloso” requisito soggettivo del “sicuro ravvedimento”, richiesto ai fini della concessione della liberazione condizionale.…

Leggi tutto...

19 Agosto 2022

Rinnovata presso il Ministero della Giustizia la “Carta dei diritti dei figli dei genitori detenuti”

In data 16\12\2021 è stata rinnovata per altri quattro anni la “Carta dei diritti dei figli dei genitori detenuti”, siglata…

Leggi tutto...

19 Dicembre 2021

A cura di Riccardo Michelucci e Enrico Terrinoni
“Scritti dal carcere. Poesie e prose. Bobby Sands”, a cura di Riccardo Michelucci e Enrico Terrinoni

“Scritti dal carcere”, così si chiama il libro, a cura di Riccardo Michelucci e Enrico Terrinoni, contenente la prima traduzione italiana, in oltre 200 pagine, delle prose e delle poesie inedite scritte da Bobby Sands, attivista e rivoluzionario nordirlandese, deceduto in carcere il 5 maggio 1981 dopo 66 giorni di sciopero della fame.…

Leggi tutto...

17 Ottobre 2021

Torna in cima Newsletter